riportati alla luce
La storia di due epici sentieri dimenticati ed ora riscoperti
Una delle tante caratteristiche della nostra amata Valle Argentina è la strabiliante rete di sentieri che i nostri avi hanno edificato nei secoli per spostarsi da paese a paese, dalla valle alla montagna, da passo a pascolo: la cui estensione complessiva ci è ancora sconosciuta.
Da più di 20’ anni ad oggi, questa moltitudine di percorsi è stata reinterpretata per l’utilizzo in mountain bike da un gruppo di appassionati locali.
Il loro immenso lavoro ha gettato le fondamenta per la nascita delle compagnie di mountain bike shuttle, presenti e passate, che oggi portano avanti il loro lavoro.
La Valle Argentina, incastonata tra le Alpi Marittime ed il Mar Ligure
Nel 2023, insieme alla comunità di mountain biker di Molini ed altri volontari, il team di Atipico si è posto un obiettivo estremamente ambizioso: ripristinare due percorsi dimenticati da tempo, per ampliare l’offerta esistente di sentieri a Molini di Triora che vanta alcuni dei migliori sentieri percorribili in mtb in Italia, se non in Europa.
Quando si pensa a un sentiero, la prima cosa che viene in mente è un percorso ben definito, non più largo di una persona, immerso in un bel bosco rigoglioso e magari con uno scorcio sulle montagne circostanti, il tutto segnalato da una sottile linea rossa su una cartina. La nostra esperienza è stata un chiaro esempio della netta differenza tra la teoria e la pratica. Ciò che ci siamo trovati ad affrontare è stato completamente l'opposto.
Ripensando a come è andata, riaffiorano i tanti ricordi delle dinamiche e di tutto ciò che gravita attorno alla riscoperta di un sentiero: dalle semplici conversazioni al bar per pianificare, alle lunghe giornate di lavoro nel bosco fino a quando, finalmente, vi abbiamo poggiato le ruote per la prima volta.
Costruendo uno dei tanti guadi su Cian de Scaglie
Per To Mena, i primi ricordi sono le conversazioni con Fabrizio, un esperto conoscitore locale della zona che sin dall'inizio si è offerto di mostrarci il sentiero. Era aprile del 2022, abbiamo camminato gran parte della giornata seguendo delle tacche rosse. La pittura sembrava recente, ignoravamo chi le avesse tracciate prima del nostro passaggio ma una cosa era ben chiara, la quantità di lavoro che ci si parava d’avanti: incalcolabile.
Uno spesso strato di foglie, rami e distese di sassi ricopriva l'interezza del sentiero dall'inizio alla fine, e contando la variante del “Ponte di Parmè”, parliamo di circa 8 km.
Grandi massi ostruivano la traccia, costringendoci spesso a camminare accovacciati e ad aprire la via a colpi di roncola: non sembrava affatto un sentiero, ma piuttosto un azzardo.








Dopodiché, sono seguiti i tentativi di creare una squadra per percorrere il sentiero e valutare la fattibilità del progetto, che era tutt'altro che semplice. Con grande soddisfazione, tutti coloro che hanno camminato sul sentiero lo hanno apprezzato e si sono offerti volontari per partecipare alla sua apertura, che è durata dalla metà del 2022 fino alla primavera del 2023, durante la prima Trail-work week.
La Trail-work week è stata fondamentale per completare un lavoro iniziato nelle stagioni precedenti e verrà ripetuta a Marzo 2025. Una combinazione di trail building e riding con vitto e alloggio offerto in cambio di manodopera sui sentieri.
Almeno una dozzina di volte siamo tornati sul sentiero e ogni volta è stata un'avventura: la strada per arrivarci è lunga e tortuosa. La montagna non ci ha regalato nulla e si è presa ogni grammo delle nostre energie.
Giorno 2 di 7 - lavorando sulla parte bassa di Cian de Scaglie
To Mena e Cian De Scaglie sono i nomi che sono stati scelti per i due nuovi arrivati. Il primo nome deriva dal luogo che attraversa, una enorme faggeta utilizzata come zona di ripopolamento per cinghiali. Non solo santuario per la selvaggina, ma anche carbonaia, il sentiero attraversa numerose piazzole che erano adibite alla produzione di carbone, successivamente trasportato a dorso di mulo lungo il sentiero, cinto da muri in pietra che ancora delimitano e sorreggono il percorso, a tratti ampio anche 2 metri, un vero e proprio asse viario, ora con uno scopo diverso.
Da cima a fondo, questo sentiero sorprende con scorci inediti sulla valle, punti di vista fino ad ora ignoti che infondono la sensazione di essere in un ambiente remoto e selvaggio, lontano da tutto, una vera e propria avventura.
Case di pastori, ruderi e rovine di un antico passato rurale si mescolano con il paesaggio di questa dorsale della valle, che è ancora ampiamente inesplorata: cascate, frane di massi e lo stesso sentiero che si districa nella foresta. Veloce e scorrevole all'inizio, tornanti tecnici, sezioni pedalate che si buttano in discese tecniche, passerelle su massi e su fiumi, guadi e molto altro ancora.







Cian De Scaglie si traduce letteralmente come "Piana delle Scaglie", il nome deriva da uno scaglieto di roccia lungo il quale, il sentiero si fa strada. Armeleo è il nome della roccia che lo compone, in dialetto locale conosciuto anche come "Grutin", piccole scaglie di lunghe mediamente un paio di centimetri, di forma simile a dei piccoli cristalli e di consistenza estremamente friabile.
Battezzato da uno degli scout di sentieri più prolifici della Valle Argentina, con svariate pubblicazioni editoriali alle spalle, Angelo G. che continua a rinvigorire lo spirito di avventura e scoperta di sentieri nella nostra piccola comunità di bikers locali essendo stati uno dei primi insieme ad una manciata di altri appassionati a tracciare, riconvertire e mantenere sentieri per trekking e mountain bike più di vent’anni fa , Cian de Scaglie è stata una sua creatura che ha deciso di condividere con noi.
9/01/2024 - iniziano i primi lavori sulla parte iniziale di Cian De Scaglie
Dati alla mano, parliamo di un sentiero di 9 km di lunghezza che parte dalla cima del Passo di Teglia e offre una delle viste più spettacolari sulle Alpi Liguri e allo stesso tempo sul mare. Con un dislivello negativo di 1040 metri, il sentiero è una delle più recenti aggiunte ai sentieri della valle, vanta una personalità molto variegata e tecnica nella prima parte, con sezioni molto veloci e rocciose ma allo stesso tempo ampie, seguita da una parte pedalata che alla fine lascia spazio ad una lunga discesa che attraversa valloni solcati da rii in estate e veri e propri fiumi nei giorni di pioggia più intensa. Sulla via di un ponte ad arcata singola del medio 1800, si intervallano sezioni rettilinee molto rapide che invitano a mollare i freni.











Concludiamo aggiungendo quanto questi due sentieri abbiamo significato per noi di atipico ma anche per la comunità mountain bike in valle. É stato estremamente gratificante constatare quanto si possa fare quando v’è una visione comune a lungo termine, l’atmosfera di complicità ed amicizia che si è creata ogni volta che uscivamo con attrezzi alla mano è stata a dir poco fantastica e galvanizzante per altre future imprese.






É valsa la pena di rastrellare ogni metro, soffiare via montagne di foglie, spostare pietre a non finire, scavare scoli per l’acqua, spostare alberi, rimuovere filo spinato per chilometri, per giorni. Tutta la fatica ormai ce la siamo lasciata alle spalle e ciò che rimane ora sono l’entusiasmo e la felicità per il divertimento che proviamo ogni singola volta che li percorriamo in bici ed il sollievo di aver perseverato, di averci creduto.
Una menzione speciale a “Peo” per la sua perseveranza ed aiuto nella realizzazione di entrambi i sentieri.
Grazie del vostro aiuto ! Mario, Manuela, Maurizio, Marcello,Michela, Marco, Martin, Francesco, Francesco F, Francesco N, Elia, Caterina, Dan from the UK, Dirk, Isabella, Philip, Rosie, Silvia, Luca, Esdra - Pizzeria Diva, Ristorante Albergo Santo Spirito, Bar Gallo Nero, Bar La Regina del Bosco, Bar Capriolo, Alimentari Luisella.
Grazie per aver letto fino alla fine.